Comprendere l'epilessia: cause, diagnosi e convivenza con la malattia
- epinet2009
- 26 mar
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 apr
L'epilessia è una delle malattie neurologiche più comuni e può manifestarsi a qualsiasi età. Si presenta con crisi epilettiche ricorrenti, che possono avere cause e manifestazioni diverse. Ma cosa si nasconde esattamente dietro questa patologia? Come viene diagnosticata e trattata?

Con questo articolo cerchiamo di dare un’informazione esaustiva riguardo l’epilessia, partendo dalle conoscenze mediche di base, fino ai moderni approcci terapeutici, dando anche uno sguardo alle questioni pratiche della vita quotidiana. Affronteremo anche temi importanti come l'idoneità alla guida e la gestione della malattia nella vita di tutti i giorni.
Che cos'è l'epilessia?
L'epilessia è una malattia neurologica che si manifesta con crisi epilettiche ripetute e spontanee. Queste sono causate da un malfunzionamento elettrico temporaneo nel cervello.
A seconda della regione cerebrale interessata, le crisi possono presentare sintomi diversi:
Crisi focali: possono manifestarsi con una temporanea contrazione di una mano o una breve perdita di coscienza.
Crisi tonico-cloniche generalizzate: entrambi gli emisferi cerebrali ne sono coinvolti, portando alla perdita di coscienza, caduta e contrazioni muscolari ritmiche.
Le crisi di solito non durano più di un minuto. La ripresa avviene generalmente entro 20-30 minuti senza bisogno di assistenza medica.
Quanto è comune l'epilessia?
L'epilessia è una delle malattie neurologiche croniche più comuni. Nei paesi industrializzati, circa l'1% della popolazione ne è affetta. In Alto Adige, questo corrisponde a circa 5.000 persone. È importante sapere che l'epilessia può manifestarsi a qualsiasi età e non è una malattia esclusivamente infantile, come spesso erroneamente si pensa.
Diagnosi: Come viene diagnosticata l'epilessia?
La diagnosi si basa su diverse indagini:
Anamnesi: conversazioni con i pazienti e con i testimoni delle crisi forniscono indizi importanti.
Elettroencefalogramma (EEG):m: misura l'attività elettrica del cervello e può rilevare alterazioni tipiche dell'epilessia.
EEG-video-monitoraggio: nei casi non chiari, può essere necessaria una sorveglianza prolungata.
Risonanza magnetica (RM): mostra eventuali cambiamenti strutturali nel cervello.
Indagini genetiche: vengono eseguite in alcuni casi.
Trattamento: Come viene trattata l'epilessia?
Il trattamento standard consiste nell'uso di farmaci antiepilettici, che prevengono o riducono le crisi. Circa il 80% dei pazienti può condurre una vita quasi normale grazie ai farmaci. Per circa il 20% dei pazienti, la malattia persiste nonostante il trattamento ("resistenza ai farmaci"). In questi casi, possono essere utili ulteriori misure come:
● Chirurgia dell'epilessia
● Stimolazione del nervo vago
● Dieta chetogenica.
Sfide sociali: Perché è necessaria una maggiore sensibilizzazione?
Nonostante l'epilessia sia molto diffusa, esistono ancora grandi lacune nella conoscenza della popolazione. Uno studio italiano ha rivelato che il 40% degli intervistati considerava erroneamente l'epilessia una malattia mentale. Questi pregiudizi portano a stigmatizzazione sociale e discriminazione verso le persone colpite. Una sensibilizzazione capillare e confronti con altri individui che ne sono affetti possono aiutare a ridurre questi preconcetti.
Epilessia e idoneità alla guida: le persone colpite possono guidare?
Le normative legali sull'idoneità alla guida sono state modernizzate negli ultimi anni. Dal 2011 si applicano le seguenti regole:
Un anno senza crisi: chi non ha avuto crisi per un anno può tornare a guidare.
Crisi provocate: in caso di crisi provocate, il periodo di sospensione può essere ridotto a pochi mesi.
Assenza di crisi a lungo termine: chi è stato senza crisi e senza farmaci per 10 anni è considerato guarito e può guidare senza restrizioni.
Conclusione
Epilessia è una malattia diffusa, ma spesso fraintesa. Le moderne metodologie diagnostiche e terapeutiche permettono a molte persone colpite di vivere una vita normale. Tuttavia, l'accettazione sociale rimane una sfida. Attraverso conversazioni aperte al dialogo è possibile educare le persone, ridurre i pregiudizi e migliorare la qualità della vita dei malati.
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